Ricordo dell’eccidio di Passogatta
Foto di Graziana Iemmolo |
Nel primo dopoguerra
succede un evento che sconvolge tutti i nostri compaesani, l’eccidio di Passogatta,
di cui il 29 maggio dello scorso anno è stato celebrato il centenario.
La testimonianza che
abbiamo qui a Modica è quella di Salvatore Chiaramonte, nome di fantasia di una
persona realmente vissuta, raccontata dall’attore e regista modicano Enzo Ruta,
recentemente scomparso, nel video “29 maggio 1921 - Io Turiddu Ciaramunti c’era”. Turiddu, un ragazzo
nato in campagna nella povertà, racconta che da piccolo le prime cose che
imparò furono la fame e la povertà; infatti, suo padre fin da piccolo lo mandò
a lavorare come scalpellino. Nel 1921 avena 25 anni e con sofferenza aveva
superato la Prima guerra mondiale, perdendo anche un suo caro amico che si
chiamava Nino Fidelio. Tornato dalla guerra, le uniche cose che imparò furono
leggere e scrivere. Modica dopo la guerra era in uno stato di miseria e disoccupazione,
ma Turiddu una domenica incontrò un suo amico che gli diede l’opportunità di
lavorare. Così ricominciò a fare lo scalpellino e nel frattempo si fece
socialista perché capì che i socialisti s’interessavano ai poveri e ai
lavoratori. In quel periodo i socialisti, che lottavano
per avere più diritti a favore dei lavoratori, il 29 maggio 1921 organizzarono a Modica un comizio, totalmente pacifista, perché i fascisti avevano
bruciato il circolo socialista e assaltato il comune;
questa riunione si tenne nel quartiere Passogatta, solo che ad aspettare i
manifestanti c’erano i fascisti, nascosti nelle alture, che controllavano il
comizio e lo svolgersi della situazione. Finito il comizio, i socialisti
decisero di entrare a Modica in gruppo, anche se avvertiti del possibile
rischio, e continuarono con la loro idea per far vedere di non aver paura; solo
che, giunti nel punto tra la Vera Croce e
la chiesa di Sant’Antonio, i fascisti, dai balconi delle case,
iniziarono a sparare e a quel punto i socialisti si sparpagliarono, anche se
purtroppo alla fine ci furono 5 vittime. Mentre
i fascisti usarono la violenza, i socialisti usarono la testa e non fecero del
male a nessuno. Dopo questo evento, Turiddu tornò a casa e la prima cosa che
gli disse suo padre fu di andare a casa del nonno, in campagna, in modo da
nascondersi. Tornato a casa a Modica suo cugino gli disse che ormai i
socialisti dovevano nascondersi perché i fascisti si giustificarono per questo
eccidio semplicemente dicendo che stavano facendo il loro dovere.
Fortunatamente, oggigiorno
in Italia non si verificano più episodi come questo, ma chissà nei paesi poveri
come se la passano, se ancora fanno la guerra per i diritti dei lavoratori, se
in tutto il mondo le persone sono libere di protestare e di esporre le proprie
idee.
L'eccidio di Passogatta ci
ha colpito molto perché riguarda la città in cui viviamo: scoprire questa
storia è stato veramente interessante. Sembra veramente surreale ciò che
accadde ai socialisti e soprattutto come Modica vivesse nella miseria in quegli
anni, e fa male pensare che 5 persone abbiano perso la
vita solo perché stavano manifestando le loro idee. Pensare che un gruppo di persone disarmate si sia
incontrato senza paura e, anche se c'erano alcuni soldati armati, abbia
continuato la propria protesta per i propri diritti, ci fa ammirare molto
questa determinazione e speriamo che questo episodio
non venga mai dimenticato. Onore agli
uomini caduti nell'eccidio di Passogatta!
Simone Adamo, Lorenzo Bombardamento, Nicola Caschetto
e Salvatore Ruta – Classe 4^ GR1