lunedì 16 maggio 2022

La routine è una delle peggiori trappole per la creatività

Tra il dolore e la crisi



Immagine tratta dal web
Viviamo in un mondo in cui ogni individuo nasce con la paura di fallire, cadere e magari non riuscire a rialzarsi. Questa può essere considerata la definizione spicciola di crisi, ma se volessimo indagare sul vero significato della parola, scopriremmo che la crisi è uno stato di turbamento così profondo nella vita di un individuo, da riuscire a modificarne la normale attività.Questa definizione ci aiuta a comprendere che temiamo così tanto i cambiamenti all’interno delle nostre vite, da radicare in noi stessi il bisogno di raggiungere la tanto desiderata routine che con il passare del tempo finisce per diventare una delle peggiori trappole per la creatività.
Tutto ciò può sembrare lontano dai nostri schemi, ma con un occhio attento possiamo intravedere il connubio tra crisi e creatività ovunque.
Ho portato avanti diverse ricerche sulla nascita della creatività, fin quando non ho provato sulla mia pelle che la creatività, quella vera, quella che non ti fa dormire la notte, deriva quasi sempre da una crisi interiore, da un dolore, non fisico, dentro di noi, che ci spinge e ci invoglia a creare qualcosa di unico, in grado di immagazzinare il nostro dolore e il nostro turbamento, rendendolo semplice, più facile da superare e da osservare.
Tutto ciò è sempre esistito, basterebbe ruotare le lancette dell’orologio e tornare indietro di un secolo per ammirare la nascita delle piccole e striminzite poesie di Ungaretti, in trincea, tra una mina esplosa e un proiettile mancato; in mezzo a tutto quel dolore, la creatività restava vigile, in guerra non si scrivono poesie per svago, ma per bisogno.
Un altro esempio, lampante ai giorni nostri, è la crisi politica e sociale tra la Russia e l’Ucraina, vera e propria guerra che giorno dopo giorno diventa sempre più cruda e violenta; nonostante ciò, proviamo ad aiutare con l’arma più potente che noi tutti possediamo, la “creatività”.  Subito dopo lo scoppio della guerra, sono stati realizzati video, messaggi e melodie nati con lo scopo di far smuovere qualcosa e placare quest’atroce guerra.
Siamo strane creature, la crisi e il dolore ci rendono creativi e altruisti, dimentichiamo tutti gli schemi sociali che creiamo dentro di noi.
Può essere difficile da accettare ma un mondo senza dolore sarebbe un mondo piatto, senza spessore; toccare il fondo ci fa venir voglia di risalire, l’unico nemico da combattere, peggiore di ogni guerra e di ogni epidemia, sarebbe la tragedia di non voler più lottare per risalire. Ma finché le persone avranno voglia di lottare, per il mondo ci sarà ancora speranza.
 

 

Giovanni Giannì – Classe 5^ CA1