giovedì 11 maggio 2023

"Siate empatici ed aiutate gli altri ad esserlo"

Intervista immaginaria a Franca Viola



Immagine tratta dal web
GIORNALISTA Buonasera signora Viola, la ringrazio per aver accettato il nostro invito.
FRANCA VIOLA Buonasera a tutti, grazie a voi per avermi invitata a condividere la mia opinione su un tema così delicato, ma allo stesso tempo molto importante.
GIORNALISTA Siamo noi quelli onorati della sua presenza. L’opinione di una donna che ha segnato l’emancipazione femminile nella nostra terra ha fornito un esempio importante a tutte quelle donne che si trovavano nella sua medesima situazione e che grazie a lei sono riuscite a dire “no” ai dogmi che la società e la tradizione imponeva.
Ma adesso ci può parlare di lei e della sua storia?
FRANCA VIOLA Va bene, sono molto lusingata. Comunque, se le donne hanno deciso di ribellarsi alla tradizione non è stato merito mio, ma bensì del loro coraggio e della loro forza nel combattere assurde imposizioni che “mozzano” le ali di numerose giovani donne.
Sono molto onorata di parlare di me. Sono Franca Viola, sono nata il 09 gennaio del 1947 ad Alcamo, nella mia amata Sicilia, terra in cui all’epoca i matrimoni riparatori erano molto diffusi rispetto alle altre zone d’Italia.
Sono figlia di una coppia di coltivatori diretti ed all’età di quindici anni, con il consenso dei miei genitori, mi fidanzai con Filippo Melodia, membro di una famiglia benestante e nipote di mafiosi.
In quel periodo Melodia venne arrestato per furto e per appartenenza a una banda mafiosa e ciò indusse mio padre a rompere il fidanzamento; per queste ragioni la mia famiglia fu soggetta ad una serie di violente minacce e intimidazioni.
Nel 1965, venni rapita da Melodia, il quale devastò l’abitazione della mia famiglia e mi portò in un casolare e mi violentò ripetutamente, venni segregata per otto giorni, picchiata e insultata solo perché lo avevo rifiutato.
Il giorno di Capodanno, mio padre fu contattato da Melodia per la “paciata” ovvero per esprimere il suo benestare per le nozze tra lui e me.
I miei genitori, d’accordo con la polizia, finsero di accettare le nozze riparatrici, ma il giorno successivo, le forze dell’ordine fecero irruzione nell’abitazione dove ero stata reclusa, mi liberarono e finalmente Filippo fu arrestato.
Secondo la morale dell’epoca, una ragazza uscita da una simile vicenda avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo stupratore, salvando il suo onore e quello della famiglia.
Fui molto giudicata all’epoca, ma capii che l’opinione degli altri non doveva influenzare la mia vita, perché poi quella infelice sarei stata io e non loro.
GIORNALISTA Grazie per il suo racconto, adesso le vorrei chiedere se secondo lei in Italia, ancora oggi, sono presenti delle disparità di genere e soprattutto quale può essere la causa?
FRANCA VIOLA Beh, intanto la Commissione europea ha dichiarato che nessuno Stato membro ha raggiunto la parità tra uomini e donne.
Il processo risulta essere lento, anche se numerosi paesi stanno focalizzando l’attenzione su questo tema.
A mio parere la parità di genere non sta diventando realtà perché ci sono ancora numerose persone che, in un paese moderno ed industrializzato come il nostro, non accettano l’emancipazione della donna e quindi non approvano il fatto che la donna possa avere gli stessi diritti e che possa trovarsi allo stesso livello degli uomini.
Tra gli ambiti in cui è diffuso questo genere di disparità c'è il lavoro, infatti, in Italia abbiamo la percentuale di impiegate donne più bassa rispetto ai membri dell’Unione europea e il dato diminuisce notevolmente considerando le donne con figli.
Ma la disparità non riguarda solo il numero di addetti, ma bensì anche il salario, come se essere donna fosse un marchio che non ci permette di lavorare come gli uomini e di conseguenza essere retribuite come loro.
Un altro settore è sicuramente quello della politica, infatti abbiamo dovuto attendere ben più di 70 anni per avere un Presidente del Consiglio donna.
Ma la disparità di genere si nasconde anche in contesti banali che spesso noi nemmeno consideriamo, come le faccende domestiche, infatti, fin dalla Preistoria la donna cura la prole e la casa, mentre l’uomo reperisce il cibo, ma qualcosa è cambiato, infatti la donna ha pari possibilità dell’uomo di “mantenersi” e quindi di sfamare la famiglia.
GIORNALISTA Adesso passiamo alla seconda domanda: secondo lei i pregiudizi influenzano queste discriminazioni?
FRANCA VIOLA Secondo me si, perché per molte persone essere donne rappresenta una sfortuna o bensì una condanna in quanto dovrai faticare il doppio per arrivare ai livelli dell’uomo per farti apprezzare e rispettare.
Spesso molte donne fanno molta fatica ad intraprendere una carriera lavorativa, abbandonano il proprio lavoro per il semplice fatto di avere una famiglia. Molti mariti pensano che una donna debba trascorrere tutto il proprio tempo con i figli per organizzare la loro crescita, quindi le madri stesse non possono conciliare il lavoro con la vita privata.
GIORNALISTA Bene! Belle osservazioni! Adesso passiamo all’ultima domanda di questa ricca intervista: quali sono secondo lei le soluzioni per combattere le disparità di genere?
FRANCA VIOLA Secondo me per combattere le disparità di genere esistono soluzioni scontate come aumentare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, ridurre il divario delle remunerazioni, promuovere la parità di genere e i diritti delle donne in tutto il mondo.
Queste soluzioni sono necessarie, ma non cambieranno la mentalità degli uomini, bensì contribuiranno a combattere le disparità in maniera diretta, ma il principale ostacolo da scavalcare è proprio la mente umana, perché se si impara a trasmettere valori come empatia, amicizia, rispetto e fedeltà, allora sì che si potrà arrivare alla formazione di una società libera da dogmi e pregiudizi, vere catene che impediscono di immedesimarci negli altri e comprenderli.
Ecco il mio suggerimento: siate empatici ed aiutate gli altri ad esserlo, perché l’immedesimarci nei panni altrui è un dono, è l’unico strumento che abbiamo per creare una società in cui tutti hanno pari diritti e dignità.




Sofia Petriliggieri - Classe 2^ A1