martedì 21 novembre 2023

25 Novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

 Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

“Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”, così recitava Cristina Torre Càceres. Viviamo in una società maschilista, dove se sei una donna e riesci ad arrivare ad un passo avanti ad un uomo, allora sarà perché ti sei vestita scollata, o perché hai fatto la carina con il capo, ma non sarà mai perché ci sei arrivata da sola, con le tue capacità.

Ma per vedere queste forme di discriminazione non dobbiamo aspettare di diventare grandi e avere successo, no, perché può iniziare anche quando si è più giovani, a scuola, in classe con i compagni. Mi sento di affermare che anch’io nella vita ho sentito tante volte pronunciare queste parole: “Ha preso un voto più alto solo perché si veste attillata” oppure: “Ha preso 6 solo perché è femmina, non se lo meritava” o ancora “Io propongo la violenza contro lei…” e ancora: “Stai zitta, che sei una femmina”. Parole che, ripetute più e più volte hanno un peso talmente grande che mi hanno buttata giù, e anche se spiegavo quanto mi potessero dare fastidio quelle parole così pungenti, invece di essere ascoltata venivo completamente ignorata, sentendo addirittura: “Ora che fai lo dici al professore?”, con un tono di superiorità.

Ma io non sono stata zitta, ho parlato e continuerò a parlare, perché la mia voce conta più di quella di certi uomini che per sentirsi forti e potenti devono necessariamente denigrare una donna.

Penso che non tutti gli uomini siano mostri, ma di fatto, è sempre per mano di un uomo che le donne trovano la morte.

Non tutti gli uomini di certo, ma alla fine sono sempre gli uomini ad ammazzarci, gli stessi che prima dicono di amarci alla follia!

Filippo era un “bravo ragazzo”, ma ha ucciso Giulia, le stava ancora addosso dopo essersi lasciati, ma lei voleva la sua libertà, lui le ha chiesto di rincontrarsi un’ultima volta e lei purtroppo ha accettato, ma in amicizia. 

Stanno litigando e quando lei gli urla “LASCIAMI” lui la trascina in auto e la pugnala allo stomaco e alla testa, la uccide, getta il suo cadavere nel lago e scappa. 

Quello di Giulia è il caso più recente di femminicidio, ma non è il primo e sicuramente non sarà l’ultimo!

Noi giovani soprattutto dobbiamo capire che l’amore vero non è possesso, non è violenza e non è nemmeno abuso verbale, fisico o psicologico. Ma tutti sappiamo che essere donna nella società di oggi significa “avere paura”; quando una sera torni a casa da sola e noti che qualcuno ti segue, allora affretti il passo e provi a scappare, ma lui ti ha già raggiunta e ti prende e ti stringe i polsi e quello che succede più tardi non è colpa tua, non te la sei cercata, il problema non sono i tuoi vestiti, c’è altro!

E allora denunci, ma le domande che ti fanno sono quelle del tipo “ma lei com’era vestita? “È sicura che i suoi pantaloncini non fossero troppo corti?” e nei loro occhi si legge benissimo che stanno pensando una cosa sola che te la sei cercata, ma dobbiamo capire che NON è colpa nostra. Oltre 7 milioni di donne sono state vittime di violenza di ogni genere e quando alziamo la testa e urliamo BASTA! Allora veniamo accusate e iniziano a parlare di delirio femminista.

Io oggi dico basta e lo dico ricordando Giulia che aveva 22 anni e tutta una vita davanti, dico basta perché stasera sono nella mia camera e penso a tutte quelle ragazze che a causa di molestie non sono più tornate a casa, dico basta in quanto donna di domani che non vuole aver paura di camminare da sola per strada la sera, che non deve sentirsi mai come se avesse qualcosa in meno rispetto a un uomo!

Io dico basta, perché se domani tocca a me, voglio essere l’ultima!

 

                                                                                                  Giuliana Cappello  2 ITC3