Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
Ma per
vedere queste forme di discriminazione non dobbiamo aspettare di diventare
grandi e avere successo, no, perché può iniziare anche quando si è più giovani,
a scuola, in classe con i compagni. Mi sento di affermare che anch’io nella
vita ho sentito tante volte pronunciare queste parole: “Ha preso un voto più
alto solo perché si veste attillata” oppure: “Ha preso 6 solo perché è
femmina, non se lo meritava” o ancora “Io propongo la violenza contro
lei…” e ancora: “Stai zitta, che sei una femmina”. Parole che, ripetute
più e più volte hanno un peso talmente grande che mi hanno buttata giù, e anche
se spiegavo quanto mi potessero dare fastidio quelle parole così pungenti,
invece di essere ascoltata venivo completamente ignorata, sentendo addirittura:
“Ora che fai lo dici al professore?”, con un tono di superiorità.
Ma io non
sono stata zitta, ho parlato e continuerò a parlare, perché la mia voce conta
più di quella di certi uomini che per sentirsi forti e potenti devono necessariamente denigrare
una donna.
Penso che non tutti
gli uomini siano mostri, ma di fatto, è sempre per mano di un uomo che le donne trovano la morte.
Non tutti
gli uomini di certo, ma alla fine sono sempre gli uomini ad ammazzarci, gli stessi che prima dicono di amarci alla follia!
Filippo era un “bravo ragazzo”, ma ha ucciso Giulia, le stava ancora addosso dopo essersi lasciati, ma lei voleva la sua libertà, lui le ha chiesto di rincontrarsi un’ultima volta e lei purtroppo ha accettato, ma in amicizia.
Stanno litigando e quando lei gli urla “LASCIAMI” lui la trascina in auto e la pugnala allo stomaco e alla testa, la uccide, getta il suo cadavere nel lago e scappa.
Quello di Giulia è il caso più recente di femminicidio, ma non è il primo
e sicuramente non sarà l’ultimo!
Noi giovani soprattutto dobbiamo capire che l’amore
vero non è possesso, non è violenza e non è nemmeno abuso verbale, fisico o
psicologico. Ma tutti sappiamo che essere donna nella società di oggi significa “avere paura”; quando
una sera torni a casa da sola e noti che qualcuno ti segue, allora affretti il
passo e provi a scappare, ma lui ti ha già raggiunta e ti prende e ti stringe i
polsi e quello che succede più tardi non è colpa tua, non te la sei cercata, il
problema non sono i tuoi vestiti, c’è altro!
E allora
denunci, ma le domande che ti fanno sono quelle del tipo “ma lei com’era
vestita? “È sicura che i suoi pantaloncini non fossero troppo corti?” e nei
loro occhi si legge benissimo che stanno pensando una cosa sola che te la sei
cercata, ma dobbiamo capire che NON è colpa nostra. Oltre 7 milioni di donne
sono state vittime di violenza di ogni genere e quando alziamo la testa e
urliamo BASTA! Allora veniamo accusate e iniziano a parlare di delirio
femminista.
Io oggi
dico basta e lo dico ricordando Giulia che aveva 22 anni e tutta una vita
davanti, dico basta perché stasera sono nella mia camera e penso a tutte quelle
ragazze che a causa di molestie non sono più tornate a casa, dico basta in
quanto donna di domani che non vuole aver paura di camminare da sola per strada
la sera, che non deve sentirsi mai come se avesse qualcosa in meno rispetto a
un uomo!
Io dico basta, perché se domani tocca a me, voglio essere l’ultima!
Giuliana
Cappello 2 ITC3