domenica 9 febbraio 2025

Incontro con Don Ciotti.

“RAGAZZI, NON METTETE LA VOSTRA LIBERTà IN VENDITA"

Mercoledì 5 febbraio 2025, al Teatro Tenda di Ragusa, Don Luigi Ciotti, sacerdote e fondatore di Libera, figura simbolo nella lotta alla mafia e alla corruzione, ha incontrato una rappresentanza di studenti delle scuole della provincia. 
Il vento della memoria semina giustizia – 100 passi verso il 21 marzo è il titolo dell’evento, svoltosi in occasione della preparazione a celebrare la giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie del 21 marzo, data riconosciuta in modo ufficiale dallo Stato italiano con una legge.

Don Ciotti, con il suo instancabile impegno, invita tutti, specialmente i giovani, a essere protagonisti del cambiamento sociale. Le sue parole risuonano come un forte appello alla responsabilità individuale e collettiva, offrendo spunti di riflessione su come ciascuno di noi possa contribuire alla costruzione di una società migliore.

Vogliamo condividere con voi alcune delle sue riflessioni che hanno colpito di più noi allievi della 4 ITC1.

Ø  Il cambiamento parte da ognuno di noi "Il cambiamento che noi sogniamo ha bisogno di ciascuno di noi. Noi dobbiamo essere il cambiamento, dobbiamo essere un soffio di speranza"​. Don Ciotti ci ricorda che ognuno di noi può fare la differenza. Il cambiamento non arriva dall'esterno, ma si costruisce con l’impegno quotidiano di ogni persona, a partire dai giovani.

Ø  Non delegare agli altri "Una delle malattie più terribili è la delega, pensare che tocchi sempre agli altri fare"​. Don Ciotti ci mette in guardia dal pensare che siano sempre gli altri a dover agire. Il suo invito è chiaro: non possiamo restare spettatori, dobbiamo diventare protagonisti, impegnandoci attivamente per migliorare la nostra società.


Ø  L’educazione come arma contro la mafia Don Ciotti sottolinea l'importanza della scuola e degli insegnanti nella lotta contro la mafia. "Ragazzi, diffidate di chi parla di voi ma non parla con voi! Sappiate distinguere tra i seduttori e gli educatori. Seduttori ce ne sono tanti e vi voglio suggestionare con mille parole scintillanti e studiate per catturarvi, gli educatori vi voglio rendere persone libere a cominciare dai vostri professori e dalle vostre professoresse”. Cita pure lo scrittore Gesualdo Bufalino e la sua affermazione: "Per sconfiggere la mafia ci vuole un esercito di maestri elementari"​. L’istruzione è l'arma più potente per formare una generazione consapevole e responsabile, capace di distinguere tra giusto e sbagliato.

Ø  La memoria non è solo ricordo, ma impegno "La memoria viva deve prodursi nella totalità, non un giorno, ma tutti i giorni di responsabilità e impegno"​. Don Ciotti ci ricorda che non basta commemorare le vittime della mafia una volta all’anno: il vero omaggio è l’impegno quotidiano per un futuro migliore, basato su valori di giustizia e legalità.

Ø  La storia della formica: un esempio di solidarietà Una delle storie preferite di Don Ciotti è quella della formica, che ha due stomaci: "Il primo per sé stessa, il secondo per portare cibo alle formiche più fragili"​. Questa metafora ci insegna l’importanza della solidarietà: non possiamo pensare solo a noi stessi, ma dobbiamo aiutare chi è in difficoltà, condividendo ciò che abbiamo per il bene di tutti.

Ø  Il ricordo della mamma di Antonio Montinaro Don Ciotti ha parlato con grande commozione di quando la mamma di Antonio Montinaro, capo scorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci, durante la commemorazione, gli chiese come mai non dicessero mai il nome di suo figlio: "Non sono i ragazzi delle scorte, voleva sentire il nome di suo figlio. Non sono casi, non sono numeri. Sono persone che hanno perso la vita nell’adempimento del loro dovere e della loro responsabilità per accompagnare il giudice Falcone "​. Ricordare le vittime della mafia non è solo un dovere, ma un modo per dare dignità a chi ha sacrificato la vita per difendere la giustizia.

Ø  La mafia ha radici profonde, ma possiamo combatterla Don Luigi Ciotti cita anche Don Luigi Sturzo, che già all’inizio del Novecento aveva compreso la diffusione della mafia dichiarando che: "La mafia ha i piedi in Sicilia e la testa forse a Roma e risalirà, sempre più forte e più crudele, verso il nord fino ad andare oltre le Alpi"​. Questa frase sottolinea come la mafia non sia un problema solo del sud Italia, ma una realtà che si è radicata in tutto il Paese e oltre. Tuttavia, possiamo combatterla con l'impegno di tutti.

Ø  La speranza dipende da noi "La speranza ha bisogno di noi, oggi c'è troppa gente che pensa che tocchi sempre agli altri fare"​. Don Ciotti ci invita a non aspettare passivamente il cambiamento, ma a costruirlo insieme. La speranza diventa reale solo quando ci impegniamo, giorno dopo giorno, per realizzare una società più giusta e solidale.


Dall'incontro ognuno di noi ha tratto qualcosa, ecco le impressioni di chi tra gli allievi della nostra classe ha pensato di condividerle con voi lettori:

       “La storia di Don Luigi Ciotti ci insegna che il cambiamento è possibile, ma richiede l'impegno di tutti. La mafia si nutre del silenzio e dell'indifferenza, mentre la legalità cresce con la consapevolezza e la partecipazione attiva della società. Don Ciotti ci ha ricordato che ognuno di noi ha un ruolo nel costruire un mondo più giusto: con piccoli gesti, con la scelta di non voltarsi dall'altra parte, con il coraggio di denunciare l'ingiustizia. L'incontro di oggi mi ha lasciato un messaggio chiaro: la lotta per la legalità non è solo un dovere, ma anche un atto d'amore verso la comunità. E proprio come ha fatto Don Ciotti, possiamo essere portatori di speranza e cambiamento, scegliendo ogni giorno di stare dalla parte della verità e della giustizia.” Alessandro Oddo, 4 ITC1

    “Ho trovato l’intervento di Don Luigi Ciotti molto intenso e significativo. Il suo racconto sulla mafia e sull’importanza dell’impegno civile mi ha fatto riflettere su quanto sia fondamentale non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie. È stato un momento di grande valore, che ha lasciato un segno profondo.” Giole Giannì, 4 ITC1

   “Sono molto felice di aver incontrato qualcuno che ha vissuto e vive ancora tutt’oggi le tematiche mafiose e per me è molto importate sentire le parole da una persona che le ha vissute direttamente e non per “sentito dire”, che sa raccontare e spiegare in modo dettagliato e carismatico. Mi ha colpito quando ha spiegato che il suo lavoro non è individuale ma fatto insieme a tantissime persone che lottano per un bene comune e per cercare di rendere il mondo un posto migliore perché l’unione fa la forza. Fin quando qualcuno porterà avanti ideali corretti e giusti le persone cadute in precedenza non saranno mai veramente morte!” Flavio Fiorilla, 4 ITC1

     Don Ciotti ha ribadito con forza l’importanza della memoria come fondamento per costruire una società più giusta. Ha sottolineando come la lotta alla mafia non sia solo compito delle forze dell’ordine, ma una responsabilità collettiva che riguarda ogni cittadino. Don Luigi Ciotti è una delle figure più autentiche e coraggiose del nostro tempo. La sua vita è interamente dedicata alla lotta contro le mafie e alla difesa dei più deboli, ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua capacità di ispirare le persone, soprattutto i giovani. Il suo impegno non si ferma alle parole: con Libera ha costruito una rete concreta di speranza e giustizia, dimostrando che il cambiamento è possibile se ognuno di noi sceglie di fare la propria parte.” Damiano Donzella, 4 ITC1

   "Ciò che mi ha colpito maggiormente del discorso di Don Ciotti è stata la sua capacità di trasmettere passione e determinazione. Le sue parole hanno avuto un impatto forte, soprattutto quando ha parlato del ruolo dei giovani e della necessità di un impegno costante per il cambiamento. Ho apprezzato il suo richiamo alla responsabilità individuale e collettiva: ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare la differenza. Un aspetto che ho trovato particolarmente interessante è stato il richiamo alla necessità di non cadere nella trappola dell'indifferenza e della rassegnazione. Don Ciotti ha ricordato che la mafia si nutre del silenzio e della paura, e che l'unico modo per combatterla è attraverso la cultura della legalità e della partecipazione attiva. Tuttavia, ho trovato alcuni passaggi del discorso particolarmente duri da digerire, specialmente quando ha parlato delle difficoltà che ancora esistono nel far applicare le leggi contro la mafia e nel garantire un futuro ai beni confiscati alla criminalità organizzata. Questo dimostra quanto ancora ci sia da fare, e può risultare scoraggiante. Ma allo stesso tempo, proprio questa consapevolezza deve spingerci a non arrenderci e a continuare a lottare per un futuro migliore.” Andrea Bufardeci, 4 ITC1

    “Sono rimasto colpito dalla vigorosità di Don Ciotti non appena gli sono state poste le domande dei ragazzi. Ci ha spiegato che la sua figura etica e sociale non è nient'altro che l'unione di molte persone che ha conosciuto e che lo hanno convinto, sia direttamente che indirettamente, a impegnarsi nell'aiuto dei più deboli e nell'affrontare gli sfruttatori e usurpatori. Oggi ho capito che Don Ciotti è un uomo che oltre ad aver dedicato la sua vita alla dottrina, ha collaborato alacremente con la giustizia, portando la sua associazione antimafia "Libera" agli occhi del Parlamento Europeo.” Leonardo Cavallo, 4 ITC1