venerdì 29 marzo 2019

Mobilità Erasmus+ in Portogallo


Nuncas se perde Tempo com Aquilo que amamos

La mobilità in Portogallo a Braga ha avuto inizio il 10 marzo. Di solito la domenica è la giornata che si dedica al viaggio e i lavori cominciano il lunedì mattina, quando si entra per la prima volta nella scuola che ospita i ragazzi stranieri in occasione della mobilità. Il lunedì l’emozione era grande,
sapevamo già che saremmo entrati in una scuola diversa dalle altre e sicuramente diversa dalle nostre scuole dell’Italia in generale e della Sicilia in particolare. All'entrata ci attendeva una grande scritta in portoghese, una scritta dipinta su piastrelle secondo la tradizione delle azulejos portoghesi e applicata su un pannello nel cortile esterno dell’Istituto Superiore Alberto Sampajo di Braga: “Nuncas se perde Tempo com Aquilo que amamos” che tradotto in italiano sarebbe “non si perde mai tempo con le cose che amiamo”, le cose che amiamo fare non fanno perdere tempo e il tempo che impieghiamo nel farle è tempo ben speso. All'ingresso di una scuola mi sarei aspettata una frase come “Perdete ogni speranza voi che entrate” o qualcosa del genere; a questo punto entrare ed approfondire la conoscenza di quel luogo diventava per me indispensabile. A fianco del pannello in questione, proprio davanti alla porta di ingresso sono collocati dei tornelli attraverso i quali, strisciando ciascuno il proprio badge, i ragazzi entrano, in maniera ordinata perché i tornelli sono parecchi. L’ingresso è ampio, ci accolgono, come di solito succede durante le mobilità, consegnandoci un badge di riconoscimento e dopo andiamo in una delle aule riservate ai docenti in cui è organizzato non solo un tavolo di lavoro, ma anche un tavolo per il coffee break. Iniziano i lavori. Ad un certo punto della giornata si passa alla visita dell’Istituto. Un edificio molto grande, un istituto professionale, dove si studiano diverse materie, geografia, storia, sociologia, lingua inglese, informatica, ma soprattutto si praticano vari sport e discipline sportive tra cui ginnastica acrobatica. I ragazzi continuano a spostarsi nei corridoi al suono di ogni campanella, si spostano nei laboratori in cui hanno lezione, in maniera ordinata. Ogni aula ha le sembianze di un laboratorio, e tutte sono dotate di finestra circolare sulla porta. Passando si vede all'interno. Mi è piaciuto molto questo sistema, in Italia siamo barricati dentro, nessuno vede quello che si fa dentro un’aula. Mi chiedo come mai, prima di pensare ad un sistema costoso come le telecamere, non si sia pensato ad un sistema del genere che metta al riparo alunni e docenti da comportamenti negativi, visto che in qualsiasi momento, passando solo davanti a quella porta, è possibile individuare eventuali comportamenti scorretti, sia da parte di un docente che da parte degli alunni. Quindi una scuola di laboratori, non di classi. Il docente aspetta nel suo laboratorio gli studenti. Questi non sempre hanno lezione un’ora dopo l’altra…qui le ora buche, non le hanno i docenti, ma gli alunni. Quando aspettano la lezione successiva cosa fanno? Semplice, all'interno della scuola ci sono diversi spazi riservati agli alunni, un’ampia sala, ma proprio ampia, con divani, tavoli e macchinette per ogni tipo di bevanda e di snack. C’è anche un bar, non nel cortile della scuola, ma proprio dentro i locali della scuola e poi anche una copisteria, dove è possibile non solo fare delle fotocopie, ma anche acquistare quaderni, penne, album da disegno, evidenziatori e tutto l’occorrente per la scuola. All'interno dell’Istituto è presente anche la mensa. I ragazzi a partire dalle ore 12.00 si mettono in fila e ordinati aspettano il proprio turno. Il costo dei pasti per gli studenti è veramente irrisorio, €1,70 e possono scegliere tra un menù con carne ed uno di tipo vegano solo con verdure, inoltre in Portogallo prima di ogni pasto viene servito un piatto di passato di verdure, soprattutto a pranzo. Al di là della mensa il giardino esterno è ricco di splendide camelie rosse e di magnolie e sul cortile ci sono ombrelloni, sedie, panchine e sdraio per prendere il sole. Chi decide di non usufruire della mensa, rimane all'interno di questa grande sala o nel cortile, qui i ragazzi possono suonare la chitarra, giocare, cantare e stare assieme in allegria. Solo nei corridoi posti all'ultimo piano dell’edificio, dove sono organizzati tavoli e panche per gli studenti, ciascuno in corrispondenza di una finestra, per meglio essere illuminati e ben distanziati tra loro, il silenzio è un obbligo: nessuno parla, chi si sposta lo fa con ordine, perché quel luogo è riservato a chi ha bisogno di concentrazione per lo studio. I cortili interni dell’Istituto sono invece riservati ai campi di gioco, uno di calcio e uno di basket, e alle palestre della scuola: due palestre interne molto grandi (ciascuna dotata di spogliatoi e bagni per gli alunni), una attrezzata anche per giocare a calcio e rivestita con parquet. Al piano di sopra questa palestra prevede uno spazio per gli spettatori utilizzato in parte per tutta la sua lunghezza, anche come deposito di attrezzature sportive (non pensavo che una scuola potesse avere tanti giochi, attrezzi e materiali per l’attività sportiva!!!). Adiacente a questa palestra, una seconda palestra con moquette azzurra sul pavimento. A questo punto siamo stati invitati a sederci, anche qui era presente uno spazio rivestito in parquet, come sedie e panche, riservato al pubblico. Ci siamo seduti ed abbiamo assistito ad uno spettacolo di ginnastica acrobatica. Mi sembrava di essere in un teatro, non in una scuola. La musica che accompagnava il ballo, gli abiti delle ragazze e la scenografia fatta di un tulle molto grande e lungo (non di quello che si compra all'ultimo momento in merceria, ma un pannello di tulle lungo almeno 15 metri e largo la metà) che è servito per creare l’immagine di una ballerina di grandi dimensioni che danza…A questo punto mi sono chiesta: ma il Portogallo non è una nazione povera? Dove trovano i soldi per acquistare queste attrezzature! In Italia facciamo fatica a comprare il gesso e per fortuna in scuole come la mia non lo si utilizza più…ma le sorprese non sono finite. Siamo stati accompagnati anche in biblioteca. Una biblioteca grandissima, su due livelli, piena di postazioni con pc e connessione, ricchissima di libri e riviste, tante riviste e soprattutto, pienissima di ragazzi, pienissima di vita. Ragazzi che studiano, che fanno ricerche, che si confrontano attorno alle postazioni circolari, che lavorano insomma e il personale addetto alla biblioteca sempre presente e a disposizione di alunni e docenti. La scuola resta aperta fino alle 20.00 e nessuno ha fretta di uscire, di andare via. Qui si entra la mattina da quei tornelli e si resta fino alla sera. Di fronte alla scuola un bar di grandi dimensioni accoglie i docenti che durante la pausa pranzo non vogliono fermarsi a mangiare in mensa e c’è in zona anche qualche ristorante (pranzo con menù di pesce 6€ a persona, ma questo è solo un dettaglio). C’è vita dentro e fuori quella scuola, c’è un clima sereno e rilassato, c’è voglia di andare a scuola, si sente forte la responsabilità dello studio, ma ci si concede anche qualche meritata pausa, come è giusto che sia. In Italia siamo distanti anni luce da questa realtà. Il Portogallo ha probabilmente deciso di investire molto nell'istruzione e a giudicare dalle condizioni in cui è tenuta la scuola, a giudicare dalle attrezzature che possiede, ha anche deciso di farlo al meglio. Mi chiedo come possiamo in Italia accontentarci e vivere nelle nostre scuole, sia docenti che alunni, senza l’indispensabile, mi riferisco al riscaldamento, alla carta igienica e al sapone per lavarsi le mani. È anche vero però che il rispetto per la scuola da parte dei ragazzi e dei docenti è veramente grande: nessuno ha buttato per terra una gomma da masticare e nessuno si è mai permesso di fumare se non negli spazi riservati (a questo proposito i fumatori sono stati accompagnati al di là del cancello dell’Istituto). Le piante vengono innaffiate anche dai docenti e ciascuno si prende cura della propria scuola come se fosse il giardino di casa propria. Il personale non docente della scuola indossa sempre una divisa  e sono veramente tantissimi, collocati in ogni angolo della scuola: se devi buttar via una carta, te la tolgono loro dalle mani perché sanno già dove andarla a buttare…Che dire, questa è la scuola che vorrei o meglio questa è la scuola che tutti noi meriteremmo di avere.
Claudia Vindigni