lunedì 11 novembre 2019

Una questione attuale

"Voto a 16 anni" 


Immagine tratta dal web

Uno degli argomenti del dibattito politico italiano in queste settimane riguarda la soglia di età minima per votare che, secondo la riforma costituzionale dell’ART. 48 della Costituzione proposta dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, debba essere ridotta a 16 anni.
La proposta è stata presentata in occasione dell’intervista dell’ex premier per “La Repubblica”, durante la quale ha chiesto al nuovo esecutivo di puntare sui giovani, sia con la riforma della cittadinanza sia con l’estensione di voto ai minori di 18 anni. Questa riforma è stata già proposta in passato da altri leader politici, infatti essa viene appoggiata da altre cariche istituzionali come Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e dall’attuale Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Inoltre la concessione di voto ai sedicenni è già in atto in altri paesi, come in Svizzera, in alcuni Lander della Germania, in Austria e in alcuni stati dell’America Latina (Cuba, Argentina, Brasile). Il voto dei minori di 18 anni, in particolare i sedicenni e i diciassettenni, non inciderebbe molto sul dibattito politico dato che   costituiscono soltanto il 2% della popolazione italiana. D’altra parte dal momento che il Governo prende decisioni che saranno determinanti sugli interessi futuri delle giovani generazioni, è giusto che i più giovani abbiano il diritto di farsi valere nell’ambito politico. La concessione di voto ai minori di 18 anni potrebbe anche influenzare i programmi scolastici, in quanto ai docenti verrà richiesto da parte degli alunni una maggiore preparazione al voto. Secondo Enrico Letta, concedere ai sedicenni il diritto di voto equivale a dare dignità a chi si sente escluso dalle decisioni politiche. Questa riforma potrebbe avere delle conseguenze a causa del fatto che i sedicenni non sono sufficientemente maturi, consapevoli e preparati per votare; di conseguenza potrebbero votare partiti estremisti e populisti. Inoltre il voto dei minorenni potrebbe essere influenzato dai genitori, quindi si tratterebbe di dare più forza al voto di chi già vota. I sedicenni davanti a questo dibattito si dimostrano dubbiosi e perplessi, molti non intendono votare…
Noi siamo d’accordo con la riforma costituzionale che concede il diritto di voto ai sedicenni e diciassettenni perché anche noi facciamo parte della società e in alcuni casi siamo anche abbastanza maturi per compiere delle scelte importanti in ambito politico e potremmo anche essere più preparati al voto rispetto alle persone più grandi, grazie allo studio e all’approfondimento di alcune tematiche affrontate a scuola.

Natale Lorefice - Luca Oddo - Rosario Petriliggieri
classe 3 A1