Il
parere della scienza
Il cellulare fa venire
il cancro? Secondo la sentenza della Corte d’Appello di Torino c’è una
correlazione tra telefoni e tumori. Tuttavia non ci sono ancora prove scientifiche
chiare ed è anche per questo che la scienza smentisce.
I cellulari sono
entrati in commercio negli anni ’80 ma si sono diffusi in modo esponenziale
negli ultimi 2 decenni, al punto che è sempre più raro trovare persone che non
ne fanno uso. Quello che desta allarme non è il numero degli utilizzatori in
aumento, ma la quantità di tempo che ognuno passa
a contatto con l’apparecchio.
L’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS (IARC) ha
classificato le onde a RF tra i “possibili cancerogeni umani” sulla base di
prove però ancora limitate. Ma come funzionano veramente i cellulari? Ebbene
questi ricevono e inviano segnali ai ripetitori più vicini. Per questo
utilizzano onde a radiofrequenza (RF). Si tratta di una forma di radiazione non
ionizzante, quindi incapace di indurre mutazioni cancerogene in maniera diretta
(come invece i raggi X). Le RF però se intense possono scaldare i tessuti. Sono
generate dall’antenna del cellulare e man mano che ci si allontana dal
dispositivo diminuiscono. Al contrario più l’antenna è vicina alla testa della
persona, maggiore è l’esposizione alle onde RF e l’assorbimento di energia da
parte dei tessuti: un fenomeno facilmente verificabile è quello di utilizzare
il cellulare per qualche minuto vicino all’orecchio senza appoggiarlo e
constatare come i tessuti si scaldano anche in assenza di un contatto diretto.
La quantità di onde RF assorbite da un’unità di tessuto biologico per unità di
tempo è nota come il “tasso specifico di assorbimento” o SAR (specific
absorption rate). I diversi modelli di cellulare hanno anche diversi SAR: il
limite massimo in Europa è di 2 watt per kg misurati su 10 grammi di tessuto.
Il valore del SAR è in genere indicato sull’apparecchio o sul sito del
produttore nonché la distanza da mantenere dalle parti sensibili (in media 1-2
cm). Online è possibile trovare una classifica aggiornata di anno in anno e
vedere se il proprio dispositivo è presente, il cellulare con il SAR più basso
è il Samsung Galaxy Note 8 pari a 0,17
w/kg mentre quello più alto è lo Xiaomi Mi A1 pari a 1,75 w/kg.
C’è chi dice che
abitare vicino a un ripetitore aumenti le radiazioni, ebbene è il contrario. La
massima emissione di onde RF avviene infatti quando il cellulare cerca la linea
(per esempio durante una chiamata effettuata in auto o in treno). Ma tornando
alla domanda che ci siamo posti prima: il cellulare fa venire il cancro? Ebbene
a oggi non ci sono prove scientifiche certe e incontrovertibili che l’uso del
telefono causi il rischio di alcune forme di tumore. È giusto però dire che gli
studi non sono in grado di rilevarlo in soli 15-20 anni (che sarebbe
pressappoco il periodo di tempo in cui abbiamo fatto un uso più massiccio di
tali apparecchiature) e che i tumori cerebrali hanno lunghi periodi di latenza
(anche fino a 30 anni). Se un rischio effettivo esiste dunque, sarà visibilie
solo tra qualche anno. Nel frattempo, per evitare questa incognita, è buona
cosa adottare alcuni semplici accorgimenti come evitare di utilizzare il
cellulare a diretto contatto con l’orecchio, preferendo l’uso degli auricolari
o del vivavoce, come anche non tenere l’apparecchio sul corpo (per esempio la
tasca dei pantaloni) ma riporlo nella borsa o nella giacca. Bastano davvero
pochi centimetri perché il livello di esposizione si riduca drasticamente.
Catherine Scolaro classe III S1