martedì 15 dicembre 2020

Non sono razzista, però…

Un pensiero per Willy


Realizzato da Erika Giunta - 3^ GR1


Ogni giorno in Italia e in tante altre parti del mondo qualcuno subisce delle violenze, razziali, sessuali, solo per fare qualche esempio. Il 6 settembre, a Colleferro, in provincia di Roma, Willy, un ragazzo di carnagione scura, è stato ucciso a seguito di un violento pestaggio. Egli si trovava con un amico che era stato preso di mira da due prepotenti. Willy lo stava solamente difendendo. Il povero ragazzo ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
La notizia della sua assurda morte, si è diffusa immediatamente; era sera ed ero seduta a cena con i miei genitori, quando in tv ho ascoltato ciò che era successo. Non riesco a spiegare a parole i sentimenti provati in quell’istante e quelli che tutt’ora provo. Il mio disprezzo nei confronti dei presunti assassini di Willy era ed è così grande che non so nemmeno da dove cominciare. Non riesco a spiegarmi il motivo per cui la gente si comporta in questo modo. Willy, così come Jeorge Floyd, ucciso a pestate in America nel maggio scorso, e tanti altri, sono esseri umani come tutti noi. Non è importante il colore della pelle, la provenienza, se sono scappati dal loro paese per la guerra o per cercare fortuna, sono persone con dei sentimenti, desiderano avere qualcuno accanto, che voglia loro bene e che li accetti, desiderano una famiglia e noi abbiamo tolto e stiamo togliendo loro tutto ciò per, non saprei, sfregio? Non c’è un motivo. Sono convinta che gli assassini di Willy lo hanno pestato a sangue per il piacere di sentirsi grandi, per il piacere di essere soddisfatti; ma la vera domanda è: soddisfatti di cosa? Un uomo non è grande se violenta una donna, se maltratta un immigrato, se uccide, un uomo è grande quando dimostra a tutti la sua debolezza, il suo essere gentile, il suo amore e il suo accettare gli altri così come sono. Willy voleva bene al suo amico e lo stava solo difendendo, proprio come avrebbe fatto uno dei due suoi presunti assassini se fosse stato al suo posto. La maggior parte di noi ragazzi ogni giorno cerca di crescere nel modo giusto, imparando ad accettare gli altri, a diminuire le violenze, a eliminare il razzismo, ma c’è sempre qualcuno che non fa tutto questo. Un sabato sera mi trovavo al corso della mia città con i miei amici seduta al tavolo di un bar, quando è arrivato un ragazzo di carnagione scura che ha chiesto gentilmente se poteva andare in bagno, ma non gli è stato permesso. I proprietari del bar, inventandosi una scusa, gli hanno detto che il bagno era guasto. Tutto falso! Due minuti dopo un signore, di carnagione chiara, è entrato nello stesso bar domandando la stessa cosa e gli è stato permesso di andare in bagno. Il ragazzo, che tra l’altro non aveva creduto alle parole dei proprietari del bar, ha iniziato a urlare e a piangere dicendo che il bagno non era affatto guasto, che non poteva andarci perché diverso da noi per il colore della pelle; dopo è scappato via. In quel preciso momento dentro di me è scoppiata una grandissima rabbia, un grandissimo disprezzo. Siamo tutti uguali! Una persona è diversa da te per i difetti, per i pregi ma mai per altro. A tutti i miei amici, e non solo, dico sempre che non bisogna mai fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Bisogna accettare e amare il prossimo come noi vogliamo essere accettati e amati dagli altri.

 

Diletta Civello – Classe 3^ GR1