venerdì 15 gennaio 2021

La diversità non è un difetto 


Immagine tratta dal web
Giacomo era un ragazzino di 13 anni che amava molto il calcio. Ogni domenica seguiva la sua squadra del cuore in televisione e, ogni volta che vedeva i giocatori giocare, gli si illuminavano gli occhi. 
Lui giocava nella squadra dell’oratorio della sua città, faceva il portiere perché il mister lo riteneva troppo cicciottello per giocare in attacco, ma si divertiva anche stando in porta. Nella sua classe non aveva molti amici e spesso quelli delle altre classi lo deridevano ma lui non poteva fare niente per cambiare le cose e quindi non ci pensava. Trascorsi i mesi si ritrovò in un nuovo ambiente, da solo, senza nessuno: era il nuovo mondo della scuola superiore. Nella sua classe venne subito preso di mira per il suo aspetto fisico, ma questa volta non riuscì a passarci sopra. Fu allora che si convinse di cambiare. Lui desiderava tantissimo essere come suo cugino Paolo, alto, muscoloso, bello, e allora decise di darsi da fare, iniziò ad andare agli allenamenti tutti i giorni e ad allenarsi per più ore del normale. Purtroppo però non riusciva a resistere al cibo, era il suo peggior nemico; infatti, non riusciva a dimagrire, era sempre allo stesso punto. Il suo animo era sotto lo zero e allora prese una decisione molto difficile per lui che, però, poteva portarlo dove voleva arrivare: smettere di mangiare. Nei giorni seguenti Giacomo usciva la mattina per andare a scuola e tornava la sera dopo l’allenamento, dicendo a sua madre, che gli credeva sempre, che avrebbe pranzato e cenato fuori con i suoi amici. Subito nei primi giorni si vide un miglioramento e lui ne era entusiasta, ma sul campo ne risentiva, non aveva più le stesse forze di prima, ma nonostante ciò decise di continuare a non mangiare; beveva solo bibite gasate che gli davano energia e mangiava ogni tanto della cioccolata. Pure il sonno ne risentì, non riusciva più a dormire bene e dopo le prime settimane aveva già tutta la mente annebbiata. Dopo il primo mese di bibite gasate e cioccolata Giacomo sembrava uno zombie, quasi non si teneva più in piedi però stava riuscendo nella sua impresa. Fino a quando arrivò il giorno fatale. Un pomeriggio, arrivato al campo dove si allenava la sua squadra, iniziò l’allenamento, ma qualcosa andò storto; dopo la prima mezz’ora Giacomo non ce la fece più e cadde per terra: aveva avuto un attacco cardiaco dovuto alla mancanza di cibo. Quando si risvegliò vide sua madre piangere davanti a lui e in quell'istante capì la lezione: bisogna sapersi accettare e non desiderare di essere diversi da come si è.


Luca Verdelli – Classe 1^ CA1