venerdì 15 gennaio 2021

Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla

Lo sport come stile di vita


Immagine tratta dal web
Lo sport è essenziale nella vita di ragazzi e ragazze; ritorniamo un attimo a quando eravamo bambini, quando lo sport era al primo posto indipendentemente da ciò che ci piaceva, esso ci causava ferite sia fisiche che mentali, ma allo stesso tempo ci insegnava la disciplina, ad avere cura del nostro corpo, a lavorare con gli altri, a imparare dalle sconfitte, a prefissarci degli obiettivi. 
Da questo punto di vista la società è stata da sempre aperta allo sport, fin dall’antica Grecia dove le gare erano considerate sacre. Con il tempo il concetto di sport nella società è diventato fondamentale, perché esso riunisce tutte le persone e le fa diventare una cosa sola. Un esempio dei nostri giorni è il campionato calcistico italiano; al suo interno c’è della rivalità tra una squadra e l’altra, ma quando si riunisce la Nazionale italiana di calcio o di qualunque altro sport, questi muri invisibili cadono improvvisamente creando un giusto clima di forza e di sostegno da parte di tutte le persone. Questo è ciò che significa sport, un termine che racchiude infiniti significati; esso richiede una buona dose di sacrificio e una determinata disciplina. Proprio per questo i genitori fin da bambini invogliano i loro figli a praticare qualche sport, qualunque esso sia, perché sanno benissimo che esso aiuta a crescere, a farsi del male ma anche a rialzarsi. Una volta ho sentito un genitore dire a un altro: “Perché continui a pagare per far praticare sport ai tuoi figli?” E l’altro rispose: “Io non pago per far praticare uno sport ai miei figli, pago per farli crescere al meglio, pago per far capire loro che la vita non è tutta rosa e fiori, pago perché essi imparino il rispetto e l’educazione verso gli altri, pago perché essi siano costantemente motivati anche quando sono esausti per la scuola e i compiti, pago perché essi capiscano i valori fondamentali della vita.” Un grande esempio è Gino Bartali. La sua vita, si sa, è costernata da una serie di successi che lo hanno reso non solo sulla strada, il suo ambiente sportivo quotidiano, un assoluto campione. I suoi successi di cui spesso si parla e per i quali è conosciuto sono tre Giri d’Italia, due Tour de France e numerosissime gare classiche; tuttavia, non molti sanno che se quasi mille ebrei scamparono alla sorte che toccò a molti altri nella Seconda guerra mondiale, si deve ringraziare Bartali. Questo grande atleta, che mise a rischio la sua vita per salvare delle persone dalla deportazione e che per questo gesto si è guadagnato il titolo di “Giusto fra le Nazioni”, ci insegna che lo sport non riguarda solo l’allenamento e la fama, ma anche i valori fondamentali che ogni essere umano dovrebbe avere. Moltissime persone hanno trovato nello sport uno sfogo o una liberazione, a partire da coloro i quali sono nati ‘diversi’, cioè con disabilità fisiche. È sicuramente un’immensa fortuna che con il tempo lo sport si sia adattato e che la società abbia accolto anche quegli atleti che definiremmo sfortunati, ma che non lo sono, che sono riusciti a realizzarsi seppur il loro corpo non fosse ‘completo’. Perché la vera nobiltà e purezza non è tanto nella genetica dell’individuo, ma la si vede nelle azioni che si compiono per bontà di spirito, senza però approfittarne perché il bene ‘si fa ma non si dice’.


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Giacomo Giannone e Matteo Puleo – Classe 5^ CA1