venerdì 5 febbraio 2021

Era marzo 2020

L'anno in cui si perse la Normalità


Immagine tratta dal web
Era marzo 2020.
Era normale prendere la macchina, sbrigare noiose commissioni, andare al lavoro, andare a scuola.
Era normale fare in fretta colazione con un'amica, prendere il caffè con un collega.
- Ehi, ma guarda questo come ha parcheggiato, ce ne entravano due di macchine.
Era normale fare la spesa entrando col carrello, dimenticare il lievito, dimenticare la metà delle cose che mancavano in casa.
- Tanto poi ci torno domani al supermercato.
- Prego signora, passi avanti, io ho il carrello pieno, lei ha solo due cose.
Era normale andare il sabato sera al pub, in pizzeria, a ballare con gli amici, in piazza.
- Stasera mi passi a prendere?
- Cinque minuti e arrivo, giuro!
Era normale provare un paio di scarpe, comprare l'ultima maglietta in saldo.
Erano normali le feste di compleanno, la quota dei regali, le foto tutti insieme con la torta.
Erano normali i passi frettolosi sulle scale, il suono della campanella.
- Oggi mi vieni a prendere prima, mamma?
Era normale il suono del citofono, lo stare insieme, gli abbracci, i baci.
- Chi è? - Io, apri.
Era normale quell'oretta scarsa in palestra, la manicure, la piega dal parrucchiere.
Era normale considerare tutto così normale. Quasi noioso, un peso a volte, quella banale normalità.
E adesso? Adesso non so più cosa sia la normalità. L'ho scordato.
Era marzo 2020, l'anno in cui si perse la normalità per ritrovarla nelle proprie case, tra i propri affetti, nelle pagine di un libro rispolverato, nel pane fatto in casa, in un ballo improvvisato sul balcone con l'inno nazionale in sottofondo. L'anno in cui la normalità aveva una mascherina sulla faccia e un peso sul cuore, l'anno in cui tutto era a distanza, pure la scuola.
L'anno in cui tutti noi scoprimmo finalmente che sapore ha la felicità.
Ed era semplicemente quello della nostra perduta normalità.



Eleonora Ruggieri - Classe 5^ T1