sabato 20 marzo 2021

21 marzo 2021, XXVI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Le storie di due vittime



Le immagini sono tutte tratte dal web
Il 21 marzo di ogni anno si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Primo Levi ha scritto: <<La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace>>. Proprio per questo abbiamo il dovere di rinnovare il ricordo di coloro che, trovatisi al posto sbagliato in un momento sbagliato, sono stati uccisi senza nessun valido motivo, vittime di un male banale.
Ogni anno tutte le scuole della nostra città e provincia organizzano una manifestazione in loro memoria, quest’anno però a causa del Covid-19 non è stato possibile. Raccogliendo l’iniziativa promossa dalla Consulta Provinciale degli Studenti della Provincia di Ragusa e da “Libera” Ragusa, i nostri rappresentanti d’Istituto hanno assegnato a tutte le classi una vittima di mafia per approfondirne la storia. Nel corso della settimana gli studenti hanno eseguito delle ricerche, creato un confronto nelle classi sull’importanza di non dimenticare questi nomi e compilato una scheda, fornita dalla Consulta stessa, sulle vittime adottate dalle classi della nostra scuola.
In quest’articolo vi raccontiamo le storie di Luciano Pignatelli e Andrea Castelli.

  Carmelo Ganci         Luciano Pignatelli   
Luciano Pignatelli, militare italiano originario della provincia di Bari e carabiniere dell’Arma, è stato insignito di Medaglia d’oro al valor militare della memoria. Il 4 dicembre 1987 Luciano si trovava insieme a un suo collega, Carmelo Ganci, quando entrambi liberi dal servizio vennero uccisi da alcuni rapinatori che avevano saccheggiato un bar a Castel Morrone, in provincia di Caserta. Luciano e Carmelo salirono all’interno della propria auto all’inseguimento dei rapinatori che, armati di fucile e alcune pistole, a un incrocio aprirono il fuoco contro di essi. Uno dei proiettili fece andare fuori strada l’auto dei due carabinieri ribaltandosi in una scarpata. I rapinatori scesero per l’ultima volta dalla loro auto sparando il colpo finale. Dopo 22 anni gli autori dell’omicidio, tra cui anche Vincenzo Maisto, figlio di Giacomo Maisto, esponente della camorra dei Casalesi diventato poi collaboratore di giustizia negli anni Novanta, sono stati condannati all’ergastolo. Il sacrificio di questi due carabinieri rende onore alla fiamma posta sul cappello dei Carabinieri, quella fiamma che appare un po' sbiadita ma che brilla per orgoglio di Luciano Pignatelli a cui è stata dedicata l’aula consiliare del Municipio di Giovinazzo, sua città natale.

Andrea Castelli, elettricista originario di Vittoria, è stato ucciso il 5 luglio del 1993, quando aveva 24 anni, a Caucana, nota località balneare presso Santa Croce Camerina, dove si trovava in villeggiatura con la propria famiglia. Come riportano alcuni articoli di quell’anno che ricostruiscono la vicenda, tutto inizia la precedente domenica pomeriggio proprio sulla spiaggia di Caucana dove la famiglia Castelli si trova in tenuta balneare. Ad un tratto tra la folla arriva un giovane in bermuda e polo e dall’aspetto arrogante. Si chiama Filippo Belardi, ha 25 anni ed è affiliato al clan mafioso di Gela capeggiato da Giuseppe Madonia; si tratta di un latitante, cosa che evidentemente non gli ha impedito di godersi le vacanze estive. Il giovane, davanti a decine e decine di persone, inizia a molestare un gruppo di ragazzine, di cui faceva parte anche la sorellina di appena 11 anni del giovane Andrea Castelli, che decide di intervenire per difendere la piccola, affrontando Belardi e costringendolo ad allontanarsi. Tutto sembrava finito lì, ma il lunedì sera successivo la situazione precipita. Belardi si presenta sotto la casa di villeggiatura dei Castelli e inizia a cercare con lo sguardo colui che il giorno prima lo aveva minacciato. Andrea si fa avanti insieme alla madre e alla fidanzata e inizia una discussione animata con cui i tre cercano di mettere fine alla situazione iniziata il pomeriggio precedente. Ma Belardi non ne vuole sapere, vuole solo vendicarsi. Così finge di voler discutere con Andrea da uomo a uomo, i due si allontanano da soli e Belardi, dopo aver stretto il proprio braccio attorno al collo del povero Andrea, senza dire una parola estrae una pistola e gli spara alla tempia un colpo fatale. Andrea Castelli arriva in ospedale già morto e immediatamente partono le ricerche di Polizia e Carabinieri che, grazie alle testimonianze raccolte, riescono a identificare l’assassino che qualche ora dopo viene sorpreso mentre rientra nella sua casa di villeggiatura e successivamente arrestato. È davvero inspiegabile e impensabile la fine fatta dal giovane Andrea Castelli solo per aver difeso la sorellina da una molestia.

Spiaggia di Caucana
                                                                                       


Virginia Modica, Diletta Civello – Classe 3^ GR1
Francesco Calabrese – Classe 4^ CA1