martedì 29 marzo 2022

Se io fossi il Ministro dell’Istruzione…

La mia scuola ideale



 
Immagine tratta dal web
Se io fossi il Ministro dell’Istruzione farei qualche cambiamento radicale dell’attuale sistema scolastico italiano a partire dall’asilo fino all’università, in modo che qualsiasi bambino voglia andare a scuola volentieri e non essere costretto.
Ormai da anni il percorso scolastico di molti bambini inizia con la scuola dell’infanzia; lì, diciamo che non cambierei niente, sono organizzati molto bene tranne per una cosa, cioè la sicurezza dei bambini. Purtroppo a volte in tv vediamo maestre che picchiano i loro alunni e quando essi ritornano a casa non vogliono andare più a scuola. Per questo installerei telecamere di sicurezza in tutte le aule. Poi si sale un gradino e abbiamo la scuola elementare; lì aggiungerei la mensa e una sala di riposo, perché secondo me i ragazzi dopo due ore di lezione, se si riposano un po’, lavoreranno meglio in classe. Così la scuola durerebbe di più, infatti continuerebbe nel pomeriggio con attività meno pesanti, come educazione fisica e artistica, e altre attività; per esempio, raggrupperei più classi per far fare nuove amicizie. Poi si va alle medie, che cambierei; oltre ad aggiungere le cose che inserirei nella scuola elementare, aggiungerei una materia che ti dovrebbe dare insegnamenti di vita perché, secondo me, la scuola ci illude troppo, non ci spiega i veri pregi e difetti della vita.
Alle superiori farei grandi cambiamenti, però manterrei quelli delle scuole medie; aggiungerei una sorta di “educazione militare”, ma non nel senso guerriero, ma in quello di rispetto della propria patria e dei propri compagni e di imparare un comportamento serio e come parlare con persone più grandi di noi. Inoltre, anche se fosse un’ora a settimana, introdurrei delle lezioni di primo soccorso, molto importanti secondo me. Per quanto riguarda l’università, infine, abbasserei i prezzi per frequentarla perché, secondo me, sono ancora troppo alti.
E che dire dei voti, li toglierei dalle elementari all’università, perché molti ragazzi si impegnano solo per il voto e magari non capiscono gli argomenti che studiano, per poi sentirsi messi da parte dai compagni perché hanno voti bassi e, purtroppo, a volte qualcuno cade in depressione.
 

 
 
Giovanni Avola – Classe 1^ CA1