La storia di Mahsa
Amini
Immagine tratta dal web |
Siamo nel 2022 ma dal passato non abbiamo imparato nulla, ancora oggi in alcuni paesi le donne sono sottoposte a discriminazioni nell’ambito lavorativo, nel modo di vestirsi e nel modo in cui decidono di professare la loro religione. Se indossi una gonna e ti fischiano per strada o, cosa ancor peggiore, vieni stuprata, la colpa è della donna per aver indossato abiti “provocanti”, non dell’uomo che non ha né rispetto né educazione nei confronti della donna, non della società in cui viviamo ancora molto maschilista e che dovrebbe capire una volta per tutte che le donne non sono inferiori agli uomini. La storia di Masha ci ha fatto riflettere molto, siamo rimaste davvero colpite dal fatto che dopo anni che si combatte contro questi avvenimenti in tutto il mondo, ci siano ancora violenze e discriminazioni contro le donne. È giusto che ogni paese abbia le proprie tradizioni, ma non è possibile che ancora oggi una donna non possa vestirsi come vuole.
Per protesta a ciò che è successo a Mahsa Amini tantissime donne iraniane sono scese in piazza per protestare bruciando il velo e tagliandosi anche una ciocca di capelli. A loro in queste settimane si stanno unendo moltissime donne in ogni parte del mondo, tra cui anche attrici che sui loro profili Instagram stanno postando video in cui si vede il momento del taglio dei capelli. Amnesty International Italia invece ha lanciato un appello sul proprio sito chiedendo l’abolizione della legge che obbliga le donne a indossare il velo: firmiamolo!
Marta
Lero e Flavia Benedetta Puccia – Classe 3^ GR3