Visione dello spettacolo “Donne afgane”
Foto di Salvatore Campanella |
In un Afghanistan dove le donne non hanno spazi e rispetto nell’ambito dei diritti fondamentali, schiave di uomini che fanno di loro veri e propri oggetti per fini personali, si svolgono le vicende dei personaggi dello spettacolo: Rashid, il capofamiglia nonché marito-padrone, sua moglie Mariam, che l’ha sposato in giovanissima età, e Laila, la seconda moglie di Rashid. Le giornate di Mariam sono tutte le stesse: pulire, cucinare, uscire solo indossando il burqa regalatole dal marito e doverlo soddisfare in camera da letto nella speranza di dargli un figlio maschio, sono le azioni di un rituale monotono e devastante. I figli non arrivano e Mariam per Rashid diventa una cosa sempre più inutile, così inutile che l’uomo decide di sposare la giovane ragazza di nome Laila che, rimasta sola, aveva deciso di ospitare nella propria casa. All’inizio i rapporti tra Laila e Mariam non sono ottimi, anche perché Rashid ordina a Mariam di servire la nuova moglie; ma l’arrivo della piccola Aziza, la figlia che Laila porta già in grembo quando sposa Rashid, cambia il rapporto tra le due donne che, per salvare sé stesse e la bambina dalla violenza dell’“uomo”, tentano una fuga che non andrà a buon fine. Tornate a casa, l’ira di Rashid si abbatte sulle tre cose inutili della sua vita, Mariam, Laila e Aziza. Durante un litigio molto acceso, le due donne, che ormai si sono alleate contro il loro male comune, riescono ad uccidere Rashid. Purtroppo la storia non finisce con un lieto fine,
perché Mariam, nonostante materialmente sia stata Laila ad uccidere Rashid, si
assume la responsabilità dell’assassino e, dopo un rapido processo, verrà
lapidata, salvando la vita di Laila e Aziza.
Disegno realizzato da Andrea Galota - 5^ GR1 |
Noi ragazzi sogniamo un mondo basato sulla parità dei sessi e sul rispetto reciproco: sogno o utopia?
Simone Adamo, Lorenzo Bombardamento, Ettore Nigro e Giuseppe
Rumè – Classe 5^ GR1