Naufragi tra arte e realtà
Uno dei temi trattati in Arte e
Territorio al quinto anno è il Romanticismo. Studiando alcune delle più
importanti opere di Eugène Delacroix e Théodore Géricault, ci siamo
accorte dell’incredibile somiglianza con molte immagini che, purtroppo, vediamo
quotidianamente nei telegiornali. Quelle a cui ci riferiamo sono Il
naufragio di Don Juan e La zattera della Medusa. Entrambe le opere
trattano il tema dei naufragi, terribili eventi che ancora oggi riguardano
tutte quelle persone che, provando a fuggire dai loro Paesi in guerra, trovano
la morte in mare; l’ultimo naufragio è avvenuto solo poche settimane fa al largo
delle coste calabresi, a Cutro.
Entrambe le opere sono custodite al Museo del Louvre, a Parigi. Il naufragio di Don Juan, risale al 1840, invece la Zattera della Medusa (1819) di Géricault tratta di un evento realmente accaduto nel 1816, quando la nave Medusa naufragò al largo delle coste africane. Le poche scialuppe non bastarono per tutti e i sopravvissuti si imbarcarono in questa zattera che andò alla deriva per 12 giorni.
Nell’opera è evidente la polarità delle emozioni, in primo piano si nota un padre rassegnato che tiene tra le braccia il corpo privo di vita del figlio, mentre dal lato opposto rinasce la speranza, messa in evidenza dallo sventolare di indumenti da parte dei naufraghi, quando sullo sfondo intravedono la nave Argo, che li porterà in salvo.
Entrambe le opere sono custodite al Museo del Louvre, a Parigi. Il naufragio di Don Juan, risale al 1840, invece la Zattera della Medusa (1819) di Géricault tratta di un evento realmente accaduto nel 1816, quando la nave Medusa naufragò al largo delle coste africane. Le poche scialuppe non bastarono per tutti e i sopravvissuti si imbarcarono in questa zattera che andò alla deriva per 12 giorni.
Nell’opera è evidente la polarità delle emozioni, in primo piano si nota un padre rassegnato che tiene tra le braccia il corpo privo di vita del figlio, mentre dal lato opposto rinasce la speranza, messa in evidenza dallo sventolare di indumenti da parte dei naufraghi, quando sullo sfondo intravedono la nave Argo, che li porterà in salvo.
Siamo consapevoli che l’evento dell’opera di Géricault non riguarda la fame, le violenze, la morte che invece sono le cose da cui scappano oggi uomini, donne e bambini, ma quello che vogliamo mettere in evidenza è la speranza che ognuno di queste persone custodisce nel proprio cuore e nei propri occhi, che dà la forza di intraprendere questi spaventosi e stremanti viaggi.
Osservare dei dipinti del genere, con la consapevolezza di quello che succede ai giorni nostri, ci dà la conferma che l’arte non tratta solo temi del passato, che non ci riguardano, ma di quanto spesso tratti temi ancora oggi attuali. Conferma del fatto che l’arte non è morta ma ha ancora molto da dire. Un esempio è il fatto che a Modica si è tenuta una mostra dell’artista siciliano Giovanni Iudice, con come tema principale l’immigrazione.
Il messaggio che vogliamo trasmettere
è quello di non studiare l’arte solo ai fini scolastici, bensì di godere della
bellezza delle opere d’arte per far sì che esse possano lasciare un segno
dentro di noi.
Sofia Baglieri e Virginia Cerruto – Classe 5^ T1