martedì 12 marzo 2024

Comunità 2024

Diario di uno studente a Cracovia

Non basterebbe una vita intera per raccontare tutto quello che ho provato

Avrei pensieri in testa tanto da scrivere un intero libro, il problema è riuscire ad esprimere e riuscire a far capire quanto sia stata bella questa esperienza. Esprimere i propri pensieri e sentimenti è molto difficile, soprattutto per me che sono un tipo molto introverso, per questo non ho mai parlato al gruppo durante gli incontri di restituzione, ma spero di riuscire ad esternare quello che provo almeno scrivendo qualche parola.

La conferenza all’università è stato un momento indimenticabile e sicuramente il momento più bello di tutto il viaggio; l’incontro è iniziato con un momento di abbracci tra tutti i partecipanti, può sembrare una cosa banale ma un abbraccio da tutte quelle persone che ridevano e cantavano mi ha fatto sentire in famiglia, pur conoscendoli da neanche 5 giorni. È iniziato un momento di dialogo dove ognuno poteva fare qualunque intervento voleva, le parole dette da tutti quei ragazzi, in prima persona, di esperienze personali o di citazioni. Quelle parole hanno fatto riflettere ed emozionare tutti, anche me, che non avrei mai pensato di piangere in un contesto del genere. 

Un viaggio in cui parti in un modo e torni in un altro

Quante volte ho sentito dire questa frase. Ma fin quando sono solo parole pensi che sia la solita frase fatta che ti dicono per incoraggiarti a fare questo viaggio. Ma già per il fatto che sto passando tutto il viaggio di ritorno a scrivere i pensieri che mi passano per la testa, sento che qualche cambiamento in me sta avvenendo. 

Il vero cambiamento parte da quando riesci a parlare di qualunque problema, difficoltà, emozione con qualcuno.

Uscire dalla propria comfort zone


Grazie a questa esperienza ho capito che è importante uscire dalla propria comfort zone. Dormire insieme ad altri 9 sconosciuti, con un solo bagno per camera, dormire poche ore al giorno, fare kilometri e kilometri a piedi visitando posti dove si sono verificati persecuzioni e discriminazioni atroci. Leggendo  queste parole può sembrare un viaggio difficile e scomodo, ed effettivamente lo è, ma vivendo l’esperienza in prima persona ho capito che molte cose, le conoscenze fatte, i dialoghi, i rapporti con i professori e i peer, i momenti di restituzione, i pensieri e le domande che ti vengono in mente ti fanno totalmente scordare tutte le scomodità di questo viaggio.

Gli unici pensieri che ti vengono in mente in questi momenti sono:” quanto sono fortunato ad non aver ricevuto quei trattamenti disumani”, “perché l’uomo è arrivato a fare queste atrocità ad un altro essere umano?”.

In questi giorni a Cracovia mi sono sentito veramente come se conoscessi da anni le persone con cui sono partito, per me non è tanto facile fare amicizia in poco tempo, ma l’ambiente che si è creato con la comunità mi ha fatto scordare tutti i pregiudizi e mi ha fatto uscire dalla mia cerchia di amici facendomi fare amicizia con moltissime persone veramente fantastiche. Dunque ho ricreato una nuova comfort zone.

Il rapporto che si è creato con i professori, gli altri ragazzi e gli accompagnatori è veramente qualcosa che fin quando non lo provi non lo capisci. Scherzare, parlare di discorsi seri, ballare, cantare a squarciagola con persone che fino a qualche giorno prima erano perfetti sconosciuti.

Stando tanto tempo con qualcuno si notano tutti i difetti, ma basta guardare attentamente e si possono notare anche tutti i pregi che non si esternano quasi mai.

Anche i discorsi più stupidi possono sfociare in un pensiero profondo e delle emozioni da esprimere

In questi giorni mi è capitato di parlare con un ragazzo conosciuto. Partendo da u durante il viaggio.  Abbiamo fatto discorsi banalissimi, abbiamo divagato sempre di più su cose importanti e profonde come quelle che sto cercando di esprimere ora. Grazie a lui ho capito molte cose, come l’importanza di scrivere e parlare di qualunque argomento e la liberazione che si sente dopo averlo fatto.






Uscire dall’indifferenza

Ho capito che l’indifferenza è la più brutta cosa che un uomo potrebbe fare, verso se stesso e verso gli altri, ho capito che anche nella banalità del mio “piccolo mondo” bisogna sempre farsi domande, darsi risposte, prendere una posizione e combattere per fare la cosa giusta. 


Ma qual è il bene e quale invece il male?

Pensandoci non c’è mai una distinzione netta tra bene e male, ogni cosa ha mille sfumature per cui può essere il bene o il male.

Quello che noi pensiamo che sia il bene, per qualcun altro potrebbe essere il male, o viceversa. Quello che conta è farsi una semplice domanda prima di fare qualcosa: “come potrebbero sentirsi gli altri se facessi questa cosa?”. Magari molte volte non lo facciamo consapevolmente ma anche con una semplice parola detta per scherzare si può procurare del dolore.

Auschwitz non fa pensare solo al genocidio degli ebrei

Come penso che si sia già capito da quello che ho scritto prima, Auschwitz non mi ha fatto pensare solo alla terribile storia del genocidio nazista, ma mi ha fatto riflettere su tutta la mia vita, e penso che questo sia il principale valore aggiunto a questo viaggio straordinario rispetto ad una gita “normale”.

Catiti Domenico- 3 ITC2