Diari dai campi
Inizialmente mi è stato dato dello stupido e cretino per aver accettato di intraprendere questo viaggio che come ci era stato detto non era una semplice gita ma un percorso che avrebbe lasciato tracce di cambiamento in ognuno di noi.
Partendo dall’inizio, personalmente, non mi aspettavo nulla di che da questo viaggio, che vedevo come una semplice gita. Ma oggi ho capito di aver sbagliato.
Vedendo di persona ciò che ho sempre visto nei film, ovvero i campi di concentramento, ho capito quanto l’uomo sia stato ed è ancora oggi una persona crudele. La visita ai campi, purtroppo o per fortuna, non mi ha lasciato delle risposte, ma bensì delle domande. Questo viaggio ha fatto avvenire in me un cambiamento interiore: mi ha aiutato a capire aspetti negativi ma anche positivi tra cui: l’importanza di stare bene con sé stessi, non vergognarsi e l’importanza dell’amicizia. Il viaggio in sé, infatti, non ha solo l’obiettivo di ricordare le persone vittime dello sterminio, ma anche di far creare una comunità, e nel mio caso è successo. Durante questo viaggio sono riuscito a rafforzare legami con le persone che già conoscevo, ma anche a crearne di nuovi con persone sconosciute mai viste prima. È assurdo come in soli 5 giorni ho condiviso pensieri, riflessioni, emozioni e divertimenti con delle persone che adesso considero come una seconda famiglia. Ciò che mi ha colpito di più è che, nonostante io sia timido, per la prima volta, sono riuscito ad essere me stesso grazie all'
inesistenza dei pregiudizi. Infine, voglio ringraziare infinitamente tutti i professori che ci hanno accompagnato, i nostri peer e soprattutto la mia seconda famiglia.
Diquattro Gabriele 3ITC2