“Andy Warhol and Pop Friends”
R. Liechtenstein, 1979 |
Nei giorni scorsi, alcune classi del nostro Istituto hanno avuto la possibilità di visitare la mostra “Andy Warhol and Pop Friends” allestita presso l’ex Convento del Carmine di Modica. L’esposizione, da come si può già dedurre dal titolo, era incentrata sulla Popular Art, un movimento artistico nato negli Stati Uniti e in Inghilterra sul finire degli anni 50. Questo periodo, caratterizzato dal secondo dopoguerra, segnò una forte fase di rinascita, soprattutto dal punto di vista economico con la produzione di nuovi beni come automobili, bevande e cibi in scatola che divennero parte integrante della vita quotidiana. Lo scopo di questo nuovo movimento artistico era incentrato proprio su questo: sul consumismo e sulla riproducibilità in serie.
Qualche anno dopo, inoltre, esplose anche l’uso del colore:
mezzi come la televisione iniziarono a diffondersi offrendo immagini sempre più
vivaci che andavano ad affiancarsi a quelle dei giornali che fino ad allora
erano state in bianco e nero.
serigrafia Marylin Monroe |
In questa opera si possono notare dei puntini riprodotti
interamente a mano che ispirano quelli delle foto stampate sui giornali. Furono questi prevalentemente i fattori che spinsero Andy
Warhol e altri autori come Basquiat, Bowes, Clemente, Haring,
Lichtenstein, Rauschenberg a sentire l’esigenza di creare questo nuovo
movimento. Tra le opere esposte molte mi hanno colpito, ma in particolare
quelle che facevano riferimento al concetto di riproducibilità in serie degli
oggetti e quelle che contenevano significati sociali profondi come ad esempio The
Dark Side of America, Electric Chair, 1971, in cui Warhol ci fa riflettere
con cruda oggettività e con contrasti di colori differenti sulla testimonianza
di una morte tragicamente americana.
Electric chair, 1971 |
Opere come queste, a primo impatto, potrebbero sembrarci prive di significato, ma in realtà contengono al loro interno messaggi complessi che possono essere decifrati solo attraverso una ben precisa chiave di lettura dell’ammiratore poiché l’autore non ci svelerà mai il suo intento in modo diretto.
Di seguito, in un filmato che ho montato, potete vedere una carrellata di una buona parte delle opere che abbiamo potuto ammirare.
Certamente questa visita alla mostra è stata davvero un'esperienza molto interessante per tutti noi allievi dell'Archimede, ringraziamo la scuola per averla promossa.
Salvino Costantino 3ITC1